CORTE TEDESCA SU ACQUISTI BCE
Finalmente e’ arrivata la pronuncia della Corte costituzionale tedesca rinviata al 5 Aprile dal 24 Marzo scorso, sulla legittimità degli acquisti di titoli da parte della Bce nell’ambito del quantitative easing.
In particolare sulla partecipazione al programma da parte di Bundesbank.
Le attese degli investitori erano piuttosto variegate propendendo per un via libera alla prosecuzione del Qe che è stato approvato, tra l’altro, dal
board della Bce con il voto favorevole del governatore di Buba.
Anche nella recente versione del programma Pepp, ampliata a seguito dell’emergenza coronavirus.
Una bocciatura da parte della Corte tedesca avrebbe escluso la partecipazione di Bundesbank dagli acquisti ma, formalmente, non avrebbe bloccato il Qe.
A livello politico sarebbe stato l’ennesimo segnale di crisi dell’unità europea, proprio mentre si attende per domani la proposta dettagliata della Commissione europea sul ‘Recovery Fund’.
Dopo il conflitto apertosi tra Stati rigoristi del Nord e il Sud maggiormente indebitati e colpiti dalla pandemia.
Sul Financial Times l’editorialista Wolfgang Munchau osservava che la decisione della Corte di Karlsruhe resta piuttosto imprevedibile.
Evidenzia, in ogni caso, i limiti della governance europea che necessita di una revisione dei Trattati.
Un via libera favorirebbe da parte della Bce, secondo gli analisti, un comportamento più attivo nel ‘frontloading’ sia tramite App che tramite Pepp.
SENTENZA
La sentenza della Corte costituzionale tedesca ha dato alla Bce tre mesi di tempo per dimostrare la necessità del suo piano di acquisti di titoli pubblici (piano PSPP, più noto con il nome di Quantitative easing).
Pena l’addio al programma della Bundesbank.
La Bce ha diramato un comunicato affermando che rimane pienamente impegnata a fare tutto il necessario per l’economia dell’Eurozona.
La banca centrale ha reso noto di aver preso atto della decisione della corte tedesca sul QE, precisando allo stesso tempo che la Corte di Giustizia europea le aveva riconosciuto il rispetto del mandato conferitole dalla legge.
La sentenza della Corte tedesca è preoccupante.
Non sull’immediato, i danni sono limitati.
La Bce continuerà a fare ciò che sta facendo.
E’ una brutta notizia, perché i tedeschi hanno detto ‘prima i tedeschi’, bisognerebbe dire invece “prima chi ha bisogno”.
Abbiamo bisogno della copertura dell’intero sistema europeo, nessun paese può farcela da solo.
In realtà l’UE è sempre stata così: le cose si possono fare solo se convengono alla Germania.
E, dato che gli interessi di Italia e Germania non coincidono, se ne deduce che le cose si possano fare solo se danneggiano l’Italia.
DATI EUROPEI
Sono usciti anche con particolare interesse i dati europei sui vari indici di produzione, sul programma Ltro della Bce.
Anche alla luce di quanto emerso ieri nei numeri sugli acquisti di bond governativi nel mese di Aprile.
Hanno dimostrato come ancora una volta Francoforte abbia favorito il Btp sul Bund, discostandosi dai capital keys per il secondo mese consecutivo.
A detta di diversi osservatori di mercato, il sostegno dell’istituto centrale ai governativi italiani non verrebbe a mancare nemmeno nel caso in cui, venerdì prossimo, Moody’s e Dbrs dovessero portare al grado di ‘junk’ il rating sul debito.
Per quanto quest’ultima evenienza non sia considerata molto probabile.
Certo è che gli investitori cominciano a chiedersi per quanto le banche centrali potranno continuare ad acquistare sostanzialmente senza limiti.
A cura di Alex Soldati
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